GUERNICA
*** PABLO PICASSO ***



I frammenti di scena sono illuminati da una lampadina a filamento al centro del quadro e da una lampada ad olio portata da una donna: la luce è simbolo di
rivoluzione tecnologica e sociale portata dalla guerra oltre alle distruzioni, ma potrebbe essere anche un grande occhio divino, contornato da elementi irregolari,
con una lampadina al posto della pupilla; ma potrebbe anche evocare il sole risplendente.
L'alto senso drammatico nasce dalla deformazione dei corpi, dalle linee che si tagliano vicendevolmente, dalle lingue aguzze che fanno pensare ad urli disperati
e laceranti, dall'alternarsi di campi bianchi, grigi e neri che accentuano le contorsioni delle forme (espressionismo).
Picasso, che fece 45 schizzi preparatori per il suo lavoro, attuò una sintesi tra stilemi dell'espressionismo e stilemi del cubismo,annullando lo spazio per consentire
la simultaneità dei vari frammenti e puntando sui forti contrasti di luce per accentuare la violenza dei corpi smembrati, dei visi contratti dalla paura o dal dolore.
Perchè il quadro è monocromatico? Perchè l'assenza del colore e l'austerità sono determinati dalla gravità del soggetto.
Il nero e il bianco evocano la carta stampata, che diffuse la notizia della strage di civili a Guernica, e che spinse Picasso a inserire nell'opera molti riferimenti
ai giornali: il pelo del cavallo agonizzante, costituito da piccoli tratti ravvicinati, regolari ed allineati, ricorda i caratteri tipografici.
La tela ci mostra uno spazio immobile nel quale si accatastano personaggi ed animali ed è organizzata come un fregio, che si può descrivere da sinistra a destra.
C'è un'organizzazione a triangolo o piramidale: alla base c'è la morte incarnata dal soldato e al vertice la speranza simboleggiata dalla lampada.
E' strutturata come un trittico: la parte bassa con forme orizzontali contorte evoca la morte, il caos; la parte alta, nella quale le forme sono verticali, più espanse, suggerisce l'idea di vita.
Una donna inginocchiata in posa patetica, sotto il minotauro-guerra, tiene tra le braccia il figlioletto morto e urla disperata, la testa gettata all'indietro.
La sua postura evoca l'immagine della Pietà, la figura della Vergine che piange la morte di Cristo.
Il dolore e gli urli della madre sono visibili: gli occhi e le narici hanno forma di lacrime, la lingua aguzza fuoriesce dalla bocca urlante, il viso, di fronte e di
profilo, è rovesciato e ondeggia verso l'alto: è la disperazione di una madre urlata al cielo, dal quale è arrivato il bombardamento ed è piovuto il dramma per la gente di Guernica.
Il neonato ha occhi vuoti e braccia oscillanti.
Il mitico minotauro, motivo centrale e ricorrente nelle opere di Picasso, all'apice della strage, appare statico e impassibile.
Solo gli occhi, che guardano lo spettatore, hanno una parvenza di umanità e la bocca e la lingua aguzza gli danno espressione.
E' una figura ambigua: per alcuni incarna la bestialità e la crudeltà, per altri la resistenza.
Dietro la donna e il bimbo morto, tra il toro e il cavallo, è appena visibile un uccello, forse una colomba simbolo di pace.
In primo piano a sinistra, giace un soldato ucciso, manichino o statua in frammenti,con il corpo martoriato e decapitato, che porta sul viso tutta la violenza della guerra: sia i denti digrignati, sia la testa mozzata sono segni di brutalità.
Stringe in pugno una spada, simbolo del combattente, ma è spezzata e da essa spunta un pallido fiore. La sua deklicatezza, la sua fragilità contrastano con il disordine e l'orrore della scena e sono segno di speranza futura e di rinascita.
Al centro, sotto un lampadario elettrico, un cavallo si contorce per il dolore, una lancia gli trapassa il fianco, la testa gettata all'indietro sembra urlare e
lascia visibili i denti e la lingua aguzza.
Occupa, come un grumo di angoscia, il centro della tela orizzontale e della composizione piramidale: è in posa artificiale, il collo dolorosamente ritorto a sinistra
e la gola spalancata in un rantolo di agonia.
La lancia che lo trafigge ricorda quella nel costato di Cristo nella crocefissione, che è l'archetipo della sofferenza e dell'agonia.
A destra dietro il cavallo, una donna in ginocchio trascina tutto il suo corpo, ma soprattutto protende viso e collo smisurato, verso la lampada.
La sua postura segue nettamente la diagonale della piramide e dà solidità all' intera composizione.
Da un'apertura si vedono avanzare una testa umana ed un braccio che regge un lume: dove si svolge la scena? Nè all'esterno nè all'interno, ma ovunque.
L'allungamento del suo braccio e della sua testa, di forma affilata, dona dinamismo ad una scena immobile.
Sembra uscire dalla città distrutta e brandisce una lampada, o una fiaccola, simbolo di speranza.
All'estrema destra, una donna in fiamme, con le braccia alzate verso il cielo, esprime la morte di un popolo disarmato attraverso gli occhi a forma di lacrime e la bocca sdentata.
E' una persona inerme, innocente e debole, simbolo di tanti civili inermi massacrati.
Le tre donne della tela piangono disperatamente la libertà agonizzante.
Perchè tutte le figure, tranne il bambino, sono ritratte sia di profilo, sia di fronte contemporaneamente?
Perchè Picasso, dopo l'epoca cubista, cerca di rappresentare cose e persone come sono e non come si vedono.
Questo si ottiene moltiplicando gli angoli di vista, ma concentrandoli in una sola immagine simultaneamente.
Perchè Picasso deforma le figure e ne modifica le proporzioni?
Picasso, in questa tela, 'si autorizza' la deformazione del reale (una lingua diventa aguzza come un coltello, un occhio diventa una lacrima);si prende la libertà
di allungare un collo, di ingrandire una mano o un ginocchio: tutto questo gli serve per rinforzare ciò che vuole mostrare, cioè la sofferenza dei corpi martoriati dalla guerra.
La monumentalità dell'opera e i personaggi 'fuori misura' servono a Picasso per immergere gli spettatori nell'orrore della guerra per farli riflettere ed emozionare.